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Ricerca di una esperienza totale.
Gianpaolo Cappello
RICERCA DI ESPERIENZA TOTALE
Gianpaolo Cappello è un giovane pittore che vive con singolare intensità il proprio rapporto con il mezzo espressivo, sia riversando nella ricerca formale, tecnica e cromatica ogni sua urgenza interpretativa e comunicativa della realtà, sia cercando di risolvere in quello che egli definisce "totalismo compositivo" la contrapposizione tra "figurativo" e "astratto", tra rappresentazione della realtà sensibile e la traduzione dell'emozione psichica nella gestualità o quella del pensiero costruttivo nelle elaborazioni dell'arte completa. I suoi quadri mirano, infatti, a risolversi in elaborate ma ben equilibrate composizioni di sintesi tra elementi figurativi di tradizione e "figure" dell'immaginario poetico, modulazioni cromatiche e memorie, sogni, visionarietà incantata e visualizzazione d'ambiente. E' subito evidente la sua passione naturalistica, che trova da prima la dimensione della denuncia ecologica, poi i toni della nostalgia e dell'evocazione elegiaca, e, nelle opere più recenti, le soluzioni proprie di un passato e giocoso desiderio di armonia, di calda restituzione del rapporto sensoriale con la natura, l'atmosfera, i luoghi di vita. Con la sua scelta tecnica e formale Gianpaolo Cappello risponde al bisogno sempre più diffusamente e sempre più acutamente avvertito di un recupero di un rapporto autentico con tutta la realtà, come "scena" e nutrimento dell'esperienza esistenziale, e, al tempo stesso, con la memoria, come fondamento dell'identità, radice irriducibile dei caratteri sostanziali della specie umana.
Ma non rinuncia al presente e, fatto ancora più importante, non si nega alla "nostalgia" di futuro in nome di una nostalgia del passato. Procede, culturalmente, sollecitando e sorvegliando i sensi e i sedimenti della propria memoria come guardando attraverso uno specchietto retrovisore, tenendoli come costante riferimento, ma anche con una chiara coscienza di sé e del proprio tempo, indicata nelle figure, quasi sempre laterali, e nel nudo femminile, che torna sovente come emblema araldico, non solo, o non tanto nell'eros, quanto di sorgente di vita, di energia di volontà di rigenerazione.
E la sua proiezione verso il futuro è, appunto ricerca di rinnovata possibilità di armoniosa immersione panica, di nuovo ordine, capace di esaltare tanto il dato naturale e l'emozione sensuale del colore, dell'aria, del sinuoso ed elastico corpo di donna, quanto la progettualità, l'impegno dell'intelletto, l'astrazione concettuale. Cappello respinge come vana illusione la pura e semplice mimesi del reale, il tentativo di contemplazione/restituzione autoconsolatoria, l'evasione decadente e neoromantica dalle problematiche del nostro tempo (ambiente, difficoltà di comunicazione, solitudine, incomprensione, bisogno di partecipazione); e alla mimesi contrappone una ricostruzione tutta mentale, con una presa di distanza percettiva e critica che allontana e rende anonima anche la scena di più lampante evidenza: lo sfondo panoramico di prati, alberi ombrosi, limpide acque, casolari e viottoli di campagna, scorci della città, tra i quali l' "oggetto" umano la porzione di uomo in camicia o in giacca e cravatta o la silhouette del nudo femminile, si accosta per dilatazione emanazione in onde di energia del paesaggio "naturale". Sullo sfondo agiscono mobili aloni di luce, che si intersecano con riverberi e modulazioni che danno il segno di uno stato contemplativo e di ripensamento di una "visione", la quale, proprio in quanto "bella" è "finita", menzognera nel momento stesso in cui sembra rigorosa rappresentazione. L'immagine naturalistica, infatti, resta come "encadrè" in una sequenza spazio-temporale recitante, in cui ogni parte in essa e attorno ad essa, in una efficace strutturazione a campiture ben compartite nei cromatismi, risulta attinente e in consonanza con il "sogno" di armonia dell'autore. L'analogia tra esterno e interno, tra realtà ambientale, pensiero ed emozione, tra spazialità della natura, realizzata come "quinta" o fondale, labirinto psichico, vibratilità del percorso mnemonico, è resa nell'abilità costruttiva che nelle opere migliori appare continuamente oscillante, in una moltiplicazione di scena, tra immobilità meditativa e il modularsi del sentimento esistenziale, evocando così il senso simbolico di un'opposizione tra Eros e Thanatos, tra vita e morte, tra realtà e finzione, tra consapevolezza della perdita e aspirazione al futuro.
La ripartizione del colore e degli andamenti per velature progressive si rifà a formulazioni di tipo "surreale", qua e là anche del tipo iperreale magrittiano le quali certamente costituiscono già garanzia di serietà di studio e di impegno, e promessa di ulteriori e significative conquiste qualitative.
Giorgio Segato
giovedì 11 gennaio 2024
vicolo santa margherita 2 - Padova - Padova - Italy
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